
Iperico o Erba di San Giovanni
Indice L’Erba di San Giovanni:
Oggi andremo a conoscere l’Erba di San Giovanni meglio nota col nome d’Iperico. Dal latino, Hypericum Perforatum, pianta officinale perenne che ha notevoli proprietà fitoterapiche e curative con alle spalle un grande trascorso storico nella medicina tradizionale. Ora vediamo di capire quando e dove possiamo fare il piacevole incontro con l’iperico. In tarda primavera lo si trova sui cigli delle strade di campagna, nei i prati e nelle le radure erbose. Questi luoghi cominciano a soffrire del sole, diventato giorno dopo giorno sempre più caldo, e proprio qui è possibile imbattersi nella sfrontata fioritura dell’Iperico. Il giallo intenso delle sue corolle spicca tra la vegetazione e le sue ombrelle fiorifere tendono all’oro quando si avvicinano alla fase fruttifera.
L’Erba di San Giovanni
Come già prima anticipavo, da sempre sono note le proprietà benefiche di quest’erba officinale. Difatti Iperico deriva dal greco hyper – sopra, e eikos – sassi, forse ad indicare già il suo habitat siccitoso ed arido. Il botanico e medico dell’antichità, Dioscoride, ma anche Hippocrate, padre della medicina moderna, la definivano la pianta che sta sopra gli Inferi, proprio per esaltarne le sue potenti virtù.
L’iperico è anche chiamato Erba di San Giovanni e durante la notte che precede il giorno del Solstizio d’estate viene raccolto insieme ad altre essenze floreali per preparare l’Acqua di San Giovanni che vanta virtù depurative e rinvigorenti.
Proprietà Terapeutiche
Nella fitoterapia tradizionale, invece, dell’iperico sono valorizzate principalmente le qualità astringenti, antinfiammatorie e antibatteriche, anche per uso interno ma soprattutto per uso esterno nel trattamento di scottature, emorroidi, ferite, piaghe. A tal fine viene preparato sotto forma di olio di iperico, un oleolito dal caratteristico colore rosso, allestito macerando la pianta nell’olio di oliva.
Con i capolini floreali si prepara appunto l’oleolito, un medicamento che ha le sopraccitate proprietà curative. Si raccolgono circa 20 gr, di capolini, possibilmente nelle prime ore mattutine quando il tempo balsamico della pianta è al massimo del suo vigore. Si mettono in infusione in 100 ml. di Olio vegetale (olio di mandorle, d’oliva o di girasole) all’interno di un recipiente di vetro che si depone al sole per circa trenta giorni lasciando macerare il tutto. Il preparato assume un bel colore rosso rubino, reazione dovuta ai flavonoidi presenti nei fiori. Dopo circa un mese si filtra e si separa l’olio ottenuto dalle parti vegetali esauste, e si conserva in un contenitore di vetro possibilmente scuro.
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(fonte: Dott.ssa Dorothea Costa di Virtus Mushroom - Genova)

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