
Trofie di farina di castagne
Indice:
Sapevate che la zona natale delle trofie classiche come per le trofie di farina di castagne, è quella che va da Camogli a Bogliasco, e più precisamente quella di Recco? Ebbene si, andando a spulciare sul vecchio ricettario della nonna, scopro l’origine di questa pasta tanto amata da noi liguri ma non solo. Le trofie sono gnocchetti di farina, mista a poca acqua, attorcigliati a mano ed assottigliati alle estremità, avvolgendo il tocchetto d’impasto tra le dita, così da ottenere un piccolo, piacevolissimo tortiglione, appuntito ai due estremi.
La farina di castagne
La farina di castagne, detta anche farina dolce, è il prodotto dell’essiccazione e della successiva macinatura delle castagne. Si presenta con un colore nocciola per la presenza della pellicina, altrimenti colore paglierino, e con sapore dolce. Si produce principalmente nelle zone di montagna dai 450 m ai 900 m s.l.m., dove cresce la pianta del castagno domestico e dove, nel tempo, si sono stabilite le strutture abilitate alla sua produzione.
In passato era un’importante fonte di sussistenza, per molte zone montuose caratterizzato dalla così-detta “Civiltà del Castagno”, visto l’alto contenuto calorico che ne fece la principale fonte di sostentamento. 5 sono le fasi che questo frutto segue prima di arrivare al prodotto finito: Raccolta, Essiccatura, Pulitura, Tostatura, Macinatura. (fonte Wikipedia.org). Ma adesso andiamo a scoprire come realizzare la ricetta di oggi.
Ingredienti trofie di farina di castagne
Per 6 persone
- 200 gr. di farina di grano
- 300 gr. di farina di castagne
- una nocciola di lievito di birra, stemperato in poca acqua tiepida
- sale q.b
Preparazione
Mescolare la farina bianca, di grano, assieme a quella di castagne. Aggiungere il lievito di birra, salare e impastare sulla spianatoia con l’acqua necessaria per ottenere un impasto sodo, uniforme e liscio. Staccatene piccoli pezzetti, grandi poco più di un cece e con le dita (indice e medio) strofinateli velocemente sulla spianatoia, per ottenere tante piccole spirali, elicoidali come dei cavatappi.
Ai meno esperti suggeriamo di utilizzare un ferro da calza o uno stecco di legno, sottile e lungo, dove poter attorcigliare la pasta. Lasciate riposare le trofie sulla spianatoia infarinata per almeno un’ora e poi cuocetele in abbondante acqua salata bollente, da sgrondare appena venute a galla e da condire abbondantemente. Tra i condimenti più consoni ad esaltare questa portata, oltre al tradizionale pesto genovese, sono la salsa o “tocco” di noci o l’agliata.
Curiosità
Qualcuno mescola le trofie a fagioli bianchi freschi lessati. Altri, dopo aver fatto lessare 150 gr. di patate e 150 gr. di fagiolini verdi nella stessa acqua, ma messi in precedenza, scolano le trofie e le verdure assieme per poi condire il tutto con il pesto e pochissima “prescinseua” (quagliata).
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(fonte: La cucina ligure - Alessandro Pradelli)

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